Secondo ha trent’anni e una certezza: se non si fosse buttato allora, non l’avrebbe fatto più.
La Scuola Holden gli sembrava l’occasione per cambiare rotta, studiare finalmente ciò che amava e provare a entrare nel mondo dell’editoria. Ci è riuscito, in parte. Ma ha anche scoperto che dietro la retorica del talento ci sono regole elastiche, favoritismi e un’idea di merito che si piega a seconda di chi la guarda.
La sua non è una storia di risentimento, ma di consapevolezza.
Racconta di professori che credono davvero negli studenti, e di una didattica che li blocca per non perdere controllo. Di progetti nati in aula e congelati per “prudenza” e di un sistema che invita a “trovare la propria voce”, purché suoni come quella giusta.
Secondo non odia la Holden, anzi. Le riconosce il valore di avergli dato strumenti e contatti. Ma sa che dietro ogni promessa formativa c’è un prezzo, anche quando non è scritto sul contratto.
È la storia di chi ha pagato per un sogno, l’ha sfiorato, e ha capito che il vero esame comincia solo dopo la consegna del diploma.
La storia di chi ci ha creduto, ha pagato, e poi ha capito che la coerenza non era inclusa.
Buon ascolto
Le velleità
Quando i soldi sono troppi o troppo pochi. Un podcast narrativo che raccoglie le testimonianze di chi ha frequentato la Scuola Holden. C’è chi l’ha amata, chi ne è uscitə delusə, chi ancora non sa bene cosa sia successo. Ogni voce ha valore, ogni esperienza è valida. Le storie vengono inviate via mail, lette e interpretate da me, con l’identità che ognunə sceglie di mostrare — o proteggere. “Le Velleità” non è un’accusa né una celebrazione. È uno spazio di memoria collettiva, per raccontare cosa succede dopo aver inseguito un sogno narrativo.







